venerdì 25 agosto 2017

Serata d'agosto malinconica



Era una notte d'agosto malinconica. Tante ce n'erano state quest'estate: troppe. Questa era stata l'estate dei cambiamenti, degli addii, delle troppe parole brutte, dei silenzi, della solitudine. Quest'anno era stata così....impegnativa e quella notte mentre si trovava sul terrazzo a guardare la sua amata montagna aveva pensato : "come vorrei essere al mare ora, magari con lui". Un desiderio assurdo. Lo sapeva. Non sapeva invece cosa provasse di preciso per lui. Forse aveva paura o forse si era talmente abituata al ruolo di "donna che non deve chiedere mai". Ve lo ricordate? Era lo slogan di una pubblicità anni '80, di un dopobarba dove erano gli uomini duri a non dover mai chiedere. Ma i tempi cambiano e ora era lei a dover dimostrare di stare bene anche da sola. Ma lei non era abituata a stare sola. Da quando era ragazzina aveva avuto sempre un compagno al suo fianco, ora non ne aveva, non ne voleva, non li faceva restare o li faceva fuggire? Non lo sapeva neanche lei. Eppure stasera aveva malinconia di quel sorriso che da un anno le rendeva più piacevoli le giornate. Si era messa a leggere un suo messaggio, affettuoso.  Che cosa strana, i suoi messaggi erano saggi, dotti, sintetici, impegnativi...ma quelli affettuosi erano rari.  E così era capitato che, lontani come erano, lui lo era stato e lei rileggendolo aveva sorriso. Lo sapeva che lui non sapeva. Che gioco complesso di parole per dire che lui non si era mai accorto di quanto fosse importante e lei del resto forse glielo aveva quasi detto o forse no. La paura di un "no",  di perdere quel rapporto che comunque avevano era più forte di dirgli: "Oi mi vedi? Ti sei accorto che pendo dalle tue labbra, che ogni volta che ci vediamo mi parte l'istinto protettivo? Che mi invento qualsiasi scusa pur di passare del tempo con te. Mi piace persino aspettarti, io che non ho mai avuto pazienza. Ma tu sei diverso, sei quello che avrei voluto incontrare anni fa, quello responsabile, serio, la persona cui mi sarei potuta appoggiare".....ma il destino è stato diverso. Ti ha messo sulla mia strada ora, forse per farmi capire ciò che cerco. Non credo, infatti, che tra noi potrà mai esserci nulla. Ma sei importante e forse lo sai. Sei importante e vorrei che quando mi vedrai di nuovo tu possa dire lo stesso a me: "sei importante".

lunedì 7 agosto 2017

Il silenzio e la passione





"Non era un alert per te, nè per eventuali problemi: siamo abbastanza adulti per comprendere che non è il caso di fare stronzate". Lui le aveva scritto così all'ennesimo messaggio in cui lei gli aveva chiesto un incontro (dopo quelli passionali che ci erano già stati) e si era dimostrata "attaccata", troppo. Ma del resto lei faceva sempre così. Cominciava una relazione con un uomo e diventava asfissiante, tanto che in una competizione elettorale un uomo politico che si era fatto "tentare" aveva dovuto raccontare a tutti che non era più riuscito a "farsela scendere di dosso".
Lei era sposata, da pochi anni quando riceveva questi messaggi, e non si era fatta alcun problema a tradire il marito. Del resto lo dicevano tutti, lo sapevano tutti, forse erano una "coppia aperta". Questa era una delle relazioni che aveva imbastito in ambito lavorativo. Facile incontrarsi nel primo pomeriggio con la scusa del lavoro. Aveva usato sempre quella anche con un precedente amante (quello storico), aveva avuto l'ardire di lasciare la sua auto sempre, e per ore, sotto il suo ufficio dell'epoca.
Ora continuava a cercare uomini che soddisfacessero la sua voglia di attenzioni e non soltanto.
Ne aveva scelto uno più grande, sposato e padre, un intellettuale con la passione per la musica.
"Appuntamento a più tardi.....quando vuoi ...la domanda non è nè cattiva nè porca...ho solo voglia di te".
Glielo aveva detto. Ferma, decisa, come aveva sempre fatto. e lui: "Porca? Va bene...baci, ma molto di più". Avevano continuato così, ricordando i baci che si erano già scambiati.... ".
Una passione che la travolgeva: "Hai presente il quadro clinico?", scrisse lei al suo barbuto amore, "Vuoto allo stomaco, ovatta nella testa, blackout del cervello, sguardo da Alice nel paese delle meraviglie...cellulare (che non prende, cavoli) sempre a portata di mano, controllo posta maniacale...tachicardia..mi serve una cura". E poi la passione consumata e ricordata per poterla rivivere presto in un nuovo appuntamento.
"Vorresti uscire un po' dai miei pensieri", aveva scritto lei, appassionata di letture, e citazioni dotte, "Che non mi lasci concentrare sul lavoro...e non riesco a dimenticare dell'altro giorno, o meglio ci continuo a pensare"....

CONTINUA?
Una storia che potrebbe continuare con altri dettagli, che potrebbe raccontare della dama bianca e del suo grande amore (quello vero, non il marito, stupida copertura per una cittadina bigotta).
Dipende, gli scrittori per raccontare storie di vita vissuta hanno bisogno di ispirazione..magari leggendo quello che sto leggendo l'ispirazione continuerà a permettermi di scrivere e di raccontare altro, o chissà a farmi decidere di cambiare argomento potrebbe essere la prova che la gente intelligente sa stare in silenzio

martedì 12 gennaio 2016

Addio, l'ultima lettera

Sto scrivendo l'ultima lettera. L'ennesima e l'ultima. Dopo tanti anni insieme questa volta ho scritto addio. Non l'avevo mai fatto, in nessuna delle nostre litigate avevo scritto addio. Sembra una sciocchezza, ma non lo è. Devo far capire al cuore quello che la testa ha compreso già tanto tempo fa. Le cose finiscono, l'amore eterno non esiste. Le coppie che restano insieme lo fanno per tante ragioni diverse, ma non credo lo facciano per quello che comunemente chiamiamo amore. Poi oggi le tentazioni e le distrazioni che possono uccidere l'amore sono tante, troppe. Quelle tecnologie che dovevano aiutarci a rendere tutto più facile forse la vita ce la stanno distruggendo. Non sopravvive l'amore, ma neanche le amicizie. Ormai il virtuale attrae più del reale e i sentimenti finiscono nel cesso. Sto qui, ascolto musica, l'ennesima notte insonne. Non voglio piangermi addosso, non mi rimprovero niente. Io ho amato, davvero e se le cose non sono andate bene non mi ritengo responsabile di nulla. Meglio non sapevo e non potevo fare. Forse non eravamo fatti per stare insieme, e ce lo dicevano tutti. Ma io testarda ci avevo creduto alle tue parole d'amore, alle mille promesse fatte e non mantenute, al prospetto di una vita insieme. Oggi sto qui davanti al pc, ascolto la musica e mi chiedo se questo dolore fastidioso si affievolirà presto. Il dolore della sconfitta, del non esserci riuscita ad ottenere quello che avevo sognato. Avevo sognato una famiglia, una vita serena, un marito innamorato e fedele. Avevo sognato di dividere i miei problemi in due, di essere più "leggera" perchè ero la metà di un solo essere. Ma i sogni si infrangono, spesso contro donnette da quattro soldi, contro mogli insoddisfatte che cercano di rovinare la vita agli altri, contro l'egoismo di uno dei due. Ho sognato e ora mi devo svegliare. Ed è una doccia fredda. Ed io le docce non le sopporto, ho sempre preferito i bagni caldi e lunghi, quelli che servono per farti riflettere. Quando stai dentro la vasca con l'acqua bollente che ti arriva quasi fino alle orecchie, le candele accese e la musica che ti fa compagnia. Ecco quella è la vita che sognavo, calda e avvolgente. Lo è stata, certo che lo è stata. Ci siamo amati ed è stato bello e travolgente, abbiamo sfidato tutto e tutti. Abbiamo spostato le montagne e siamo rimasti insieme. Abbiamo vissuto senza avere nulla, e ci bastava il nulla che avevamo. Ci addormentavamo una nelle braccia dell'altro e ci svegliavamo con un bacio. Sognavamo dei nostri figli, sapevamo i loro nomi. Ma poi non li abbiamo mai fatti perchè i figli hanno bisogno di certezza, hanno bisogno di stabilità e noi eravamo tutto tranne che stabili e sicuri. L'amore poi è cambiato. Tutte le cose cambiano e ora mentre scrivo mi scendono le lacrime e so che tutto era bello, ma il bello cambia e si trasforma in brutto, in triste, in banale. E' capitato a noi. Lo abbiamo fatto capitare, lo hai fatto capitare. Si dice che quando una storia finisce dovresti augurare all'altro il meglio, scusa ma io non ci riesco proprio. Io ti auguro di trovare una donna che ti faccia soffrire come mi hai fatto soffrire tu. Che ti faccia ingelosire per i messaggi cancellati su whatsapp, per le conversazioni con uomini sposati su Facebook, per i troppi sorrisi scambiati per strada, per la troppa confidenza che darà a tutti. Una donna che si dimentichi del tuo amore come tu hai dimenticato il mio. Addio, l'ho scritto, adesso devo soltanto ricordalo per dimenticare

venerdì 8 gennaio 2016

Rispondimi, mi manchi

Non rispondeva alle telefonate e ai messaggi, se ci incontravamo per strada era evasivo e sfuggente. Eppure se anche per poco tempo noi ci eravamo capiti a perfezione. C'erano stati momenti in cui si era persino preoccupato per me. "Che stai combinando? Non voglio che la gente parli di te così...che ti tratti in quel modo". Era stato protettivo, attento. "Io ci sarò sempre per te". Ecco forse non volevo il sempre, ma volevo ci fosse quando dovevo sfogarmi. Ora per esempio, mi piacerebbe rispondesse al telefono e ascoltasse le mie chiacchiere, tutte quelle parole sparate tanto da riempirgli la testa. Ma non lo fa e non so se tornerà mai tutto come una volta, se torneremo ad essere amici, se dimenticherà le arrabbiature prese a causa mia. A me manca. Vorrei che si riconoscesse in questo scritto... vorrei che capisse tante cose... in un mondo sterile come il nostro chiudere la porta in faccia ad una persona che ci vuole bene davvero e non pretende nulla, salvo la presenza è da egoisti. Lo capisci? Ma se invece tutto questo affetto deve finire, dammi almeno una spiegazione...non chiudere le comunicazioni senza un perchè. Dimmi ..."basta non possiamo essere amici perchè...." Lo so che tanto non comprenderei, non comprendo mai perchè l'affetto debba spegnersi per motivi futili..ma almeno avrei una ragione a cui appellarmi...ecco dammi quella ragione oppure dammi un'altra occasione.

D'amore si soffre e non si scappa

Ero lì seduta. Seduta davanti al pc, cuffie in testa e cercavo di capire per l'ennesima volta che stava accadendo. Avevamo litigato di nuovo, non ci sentivamo da giorni e io dovevo davvero chiudere. Non c'era altro modo per continuare, ci facevamo soltanto tanto male. Lui non era cambiato e per giustificare i suoi errori accusava me di cose inesistenti. E allora basta. Soffro? certo che soffro, sarebbe bello se quello che ti passa per la testa venisse compreso dal cuore subito. Come se la parte razionale di noi avesse il sopravvento. Non funziona così, si soffre, si sta male...si mangia...si apre il frigorifero anche soltanto per prendere qualcosa che per un attimo ti dia quel senso di pienezza che non senti. Ti senti vuota dentro quando soffri per amore. Ma l'amore non dovrebbe fare soffrire, non dovrebbe far male. Così racconta la letteratura romantica e ma non funziona manco questo. Stasera sto qui, davanti al pc e scrivo. Penso a te, penso a noi, penso agli anni persi e a quello che volevamo e non avremo. Penso a quello che ho perso e non tornerà, a chi mi è passato accanto ed ho ignorato. Penso e pensare fa male. Tu magari invece sei già in qualche bar alla moda con il tuo amico di scorribande. Non ti auguro di conquistare l'ennesima donna e vivere felice..se esiste una giustizia una donna dovrà fare a te quello che hai fatto a me in tutti questi anni in cui mi sono illusa che il sogno di un amore potesse salvare entrambi.

giovedì 8 ottobre 2015

Passione e amore, cosa dicono gli uomini davanti ad un caffè

"Sono innamorato di mia moglie, ma profondamente insoddisfatto e quello che cerco lo cerco nelle altre donne". Lo aveva detto davvero? Mentre appoggiavo la tazzina al tavolino stentavo a credere che nella stessa frase ci potesse essere la parola "amore" e "altre donne". Così ho alzato lo sguardo ..l'ho guardato. Quell'uomo diceva sul serio, era sereno nel dirlo e sembrava crederci davvero. Così come l'amico che aveva affianco. Per tutta la sera lui ci aveva dedicato ( a me, Susan e alla maresciallina) canzoni di Califano, perle di poesia devo ammetterlo, Il Califfo sapeva proprio come parlare alle donne. Erano due uomini, ragazzi non li si poteva chiamare, che ai tempi dell'adolescenza erano stati belli, quelli che di solito fuori scuola cerchi con lo sguardo e li trovi sulle motociclette pronti a partire e sempre circondati da ragazzette adulanti. Adesso forse gli anni e le "costrizioni" pesavano, come pesano a tutti e c'era un velo di malinconia nei loro occhi, soprattutto del più silenzioso. Era stato il silenzio quasi tutta la sera e poi quelle poche parole così dirette, allora mi aveva incuriosito e gli avevo dato corda, la volevo capire bene questa cosa dell'amore e della passione vista da un uomo. "Quando due persone adulte si vogliono c'è poco da fare, ma questo non c'entra assolutamente con l'amore". Seppure sembrava assurdo mi ha fatto capire quello che spesso deve aver detto il mio ex...che l'amore e il sesso sono due cose diverse. Che peccato che la mia testa questa cosa non la vuole proprio capire. Ma per certi uomini deve essere così, passione e amore sono due cose diverse. Scema io che in tutti questi anni ho pensato potessero andare a braccetto. Non so se facesse sul serio e se davvero cercasse altre donne, magari quelle cose me le ha dette solo per fare "colpo". del resto è difficile che io mi incuriosisca agli uomini e li stia ad ascoltare, lui per un po' c'era riuscito e mi aveva dato nuove nozioni sulle quali era importante riflettere. Che dite: L'amore va cercato da una parte e la passione da un'altra? O la perfetta combinazione esiste davvero?

venerdì 28 agosto 2015

I messaggi delle donne sposate...rovinano una relazione?

“Delle foto che ho visto su Fb…mi chiami solo quando ti conviene a te..bella frase di addio dedicata a lei su Fb..e poi?”. Avevo trovato questo messaggio, l’ennesimo messaggio sul cellulare. Lo aveva lasciato incustodito, un'occasione troppo ghiotta per non prenderla al balzo. E su whatsapp era arrivato questo. Lo aveva scritto una delle sue “amiche speciali” (almeno un paio erano sposate e residenti nella nostra bella Somma) di cui mi chiedo sempre: ma i mariti non le controllano mai? I profili non li guardano? Non si chiedono con chi chattano così spesso? Perchè lo fanno anche a notte fonda? Questa con la signora del messaggio durava da almeno 5 anni era capitato che su Fb trovassi suoi messaggi strani, in cui leggevo (quelli che non erano stati già cancellati) tanta confidenza, ma negli ultimi mesi erano diventati esagerati. Lei era diventata esagerata. Troppo invischiata nella mia vita. Ma aveva subodorato qualcosa. Infatti, aveva smesso di scrivergli su Facebook dove io avevo avuto accesso e aveva cominciato con Whatsapp. Prima un messaggio troppo fuori luogo in piena notte, lo aveva deriso e aveva chiesto spiegazioni su una litigata che noi avevamo avuto. Da allora lui aveva evitato di risponderle. Ma lei era ritornata con un messaggio vocale ancora peggiore. “Ma tu non mi devi raccontare niente di nuovo?. Tono arrabbiato…e forse lo era..a darle fastidio erano state alcune foto che il mio lui aveva pubblicato…foto che ci ritraevano insieme con didascalie affettuose. Forse lei sperava che la nostra crisi continuasse e non terminasse. In realtà la nostra situazione è complessa, un matrimonio che dura da anni con diversi alti e bassi, ma certo non sta a lei dovere decidere per noi. Chi è lei? Nessuno e non conta nulla. Sono tentata di andare dal marito e mostrarle tutti gli screenshot che ho fatto delle loro conversazioni. Mi ero decisa a ignorarla... Poi invece ha scritto l’ultimo, questo, appunto, in cui chiedeva conto proprio di quelle nostre foto. Ma dico io “signora” non ti vergogni neanche un po’? Tuo marito invece di preoccuparsi della politica locale dovrebbe tenerti più “sotto controllo”. Invece di impicciarti della nostra vita…fai più attenzione alla tua. Ho deciso di mandarvi questo racconto perché mi chiedo: sbaglio io ad essere tanto arrabbiata con questa qui o è lei che è uscita “fuori dal seminato”?