sabato 18 ottobre 2014

La chiesa del Carmine

...a Somma vesuviana, c'e una Chiesa, relativamente grande che ha significato per me tantissimo: la Chiesa di San Michele Arcangelo, nella piazzetta del Carmine, per la qual cosa noi Sommesi la chiamavamo e la chiamiamo ancora oggi la Chiesa del Carmine. Sono nato e cresciuto nei paraggi in una stradina che si trova tra la via Santa Croce e la Via Annunziata. Da bambino e poi da giovanetto giocavamo in certi posti che prima erano terre coltivate, sino agli anni sessanta, poi sono diventati tutti edificati e la morfologia della zona e' cambiata radicalmente.Il mio battesimo lo ebbi proprio in questa Chiesa, li dove piu' tardi coronai nel matrimonio un sogno d'amore. Poi la vita, il lavoro mi ha portato fuori dalla mia amata Somma in un' altra regione, ma nelle notti insonni pensavo spesso alle mie origini e a quella Chiesa. Conobbi la donna che divenne mia moglie in una serata del periodo pasquale degli anni 70, nella Comunita' di giovani che avevano creato un coro ed io allora ne facevo parte in qualita' di musicista, il Sacerdote di allora un omone grande e sempre col sorriso sulle labbra, ci concedeva ampi spazi e vivevamo la nostra vita semplice, ma ricca di valori. Poi un male improvviso lo porto' via e qualcosa cambio' anche per noi. A volte il destino riserva strane sorprese agli uomini.Dopo anni di lontananza da Somma, ci ritornai, e pure abitando in una casa di proprieta' della mia famiglia, non lontano dal Carmine, non sentivo piu' mio quell'ambiente. Quindi pure Cattolico impegnato, sentivo Messa in altre parrocchie, pur restando a Somma. Ma il destino riserva strani momenti a noi esseri umani, e ci costringe a lasciare il nostro modo di essere e di vivere. Oggi pur vivendo nel mio paese di origine,ed essendoci tornato da vari lustri, mi sono accorto che da piu' di venticinque anni non varco l'entrata di quella Chiesa, che tanto come luogo sacro ha rappresentato per me.Ci passo spesso per quella piazzetta, ma un pensiero latente e continuo mi impedisce di entrarci, strana cosa che nemmeno io so' spiegare.Forse il mio inconscio rifiuta l'idea di ricordi che potrebbe suscitare in me quel luogo sacro. Forse la paura e la delusione di non vedere piu' quei giovani del mio tempo, oggi uomini fatti, e ahime tanti di loro chiamati prematuramente alla casa del Padre.Ma ho lasciato li' il mio cuore, la mia gioventu', i miei sogni, le mie giornate piu' belle, sorrisi di persone che non ho piu' rivisto, forse me stesso cosi' cambiato dal tempo.Come in un film a volte rivivo quei momenti e ancora una volta vorrei inginocchiarmi in quei banchi e sentire il profumo dell'incenso che brucia per osannare nostro Signore e quel silenzio che non ha prezzo,che tanto parlava alla mia anima e al mio cuore. Orso Vesuviano

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