lunedì 27 ottobre 2014

Un po' di Somma nel Parco Nazionale d'Abruzzo

Era un sabato mattino li nel Parco Nazionale d'Abruzzo se la memoria non m'inganna del mese di giugno nella seconda meta' degli anni 80, io ero in servizio in quell'hotel a tre stelle come vice direttore e responsabile amministrativo, quando il receptionista di turno mi chiamo' e mi disse: "dottore, e' in arrivo tra poco una comitiva di circa cinquanta persone dalla provincia di Napoli, precisamente da un paese che si chiama Somma Vesuviana, si fermeranno per il pranzo e la cena poiche' sono di passaggio". Ricordo che mi sentii emozionato a sentire il nome della mia amata Somma e poi immaginavo con la fantasia chi potessero essere queste cinquanta persone del mio paese, e la segreta soddisfazione e gioia nel rivedere volti noti. Prima di mezzodi' il bus di una nota agenzia di viaggi di Somma era sullo spiazzale dell'hotel dove io lavoravo e dall'interno del mio ufficio cercavo di riconoscere il volto delle persone. Chiamai col telefono interno e chiesi cosa avevano chiesto per pranzo e per cena, senz'altro un pranzo standard per comitiva, e sicuro di questo, ordinai allo staff di cucina, di aggiungere un qualcosina in piu' forte del mio potere di funzionario e cosi' fu fatto. Di nascosto iniziai a riconoscere persone a me note da tempo che da anni non vedevo poiche' abitavo e lavoravo lì in quel paesello montano dell'Abruzzo e una commozione strana, fece scendere una lacrimuccia che subito asciugai per non farmi scorgere dai miei collaboratori. Venne finalmente l'ora del pranzo e uno di loro che mi conosceva fin da piccolo, preoccupato per tanta abbondanza nel pranzo, non certo standard, si preoccupo' che ci fosse un errore, ma fu' rassicurato dallo chef di turno, spiegando che tutto era a posto. Poi fu inevitabile che io presenziassi in sala ristorante e tra lo stupore di tutti, sia dei camerieri che degli ospiti di Somma, don Ciccio Ricco, anzi Franco Ricco, che oggi non e' piu' tra noi, corse verso di me e mi abbraccio, chiedendomi ovviamente che facessi li in quel momento. Allora gli spiegai le mie mansione e mi fermai a pranzare con loro. Sentivo nelle loro voci, l'eco delle cose di casa mia, toni e dialetto conosciuti. Ma la sorpresa piu' grande fu quando da uno degli ultimi tavoli si alzarono mio padre e mia madre, che conoscevano il mio lavoro, ma non certo la location. Abbracciai i miei genitori, che non vedevo da mesi, e mi sedetti al tavolo dove erano loro. Con orgoglio mio padre disse agli amici di viaggio che ero suo figlio e gli brillavano gli occhi. Dopo pranzo, li trattenni giu' nel locale adibito a discoteca o a momenti musicali e dove Franco Ricco, provetto pianista si esibì' usando il piano a coda dell'albergo. Mi unii a loro sfoggiando al piano la mia grande passione per la musica, poiche' per vivere da ragazzo oltre a studiare, facevo serate di piano bar.Fu tutto bellissimo e sembro' che quel sabato fosse tutto dedicato a me, alla mia Somma ed ai miei amici sommesi. La cena fu' ancora piu' gioiosa ed io godetti come un dono inaspettato della presenza dei miei genitori e di tanti amici, ricordo Don Mario Ragosta, detto Mario o pittore, mastro Filippo senza tre dita della mano destra perse in un incidente di fuochi d'artificio, don Alfonso De Vita, sarto che aveva bottega nella strada dove abitano i miei e tante altre persone. Venne il momento della partenza, tra abbracci e lacrime di commozione da parte loro e devo dire anche da parte mia, ma ero felice, per una mezza giornata ero di fatto ritornato alla mia Somma, alle mie origini e mai come allora sono stato orgoglioso di essere un Sommese, che aveva onorato altri Sommesi. Da allora rimasi a lavorare li ancora alcuni anni e la mattina, quando osservavo il Monte Marsicano che era di fronte all'albergo do ve lavoravo, mi illudevo di osservare il Monte Somma e per un attimo mi sentivo sereno.Oggi vivo di nuovo a Somma, mio paese che amo tantissimo, ma certi momenti non vanno mai via dalla memoria e mi fanno apprezzare ancora di piu' la mia terra, Somma Vesuviana, la sua gente, le mie origini. ORSO VESUVIANO

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