venerdì 24 ottobre 2014

La gente parla

Somma Vesuviana la "citta" di provincia alle falde del monte Somma, la patria della "crisommola", della "catalanesca", il baccala', la tammorra, patria di talenti straordinari veri e talenti presunti come dire "pezzotti". Una descrizione del genere potrebbe invogliare chiunque a visitare Somma o addirittura pensare di venirci ad abitare. Io ci vivo da sempre, conosco tutti i suoi pregi e soprattutto i suoi innumerevoli difetti. Conosco quasi tutti quelli che come me ci abitano dalla nascita e conosco anche i Sommesi di adozione. Somma con i suoi personaggi tipici e conosciuti da tutti. I bar storici e quelli nati di recente. La piazza, quella piazza dove anni fa ricordo montavano le giostre e dove durante la festa di S.Gennaro si sono avvicendati cantanti noti. Una volta avevamo una festa patronale, oggi ne rimane solo uno sbiadito ricordo. Via Aldo Moro, l'adolescenza vissuta lungo quel corso che parecchi credevano luogo di perdizione, mia nonna mi diceva sempre: -miezz chillu via "Ardo Moro" ce stann e drogati e ce stann e malefemmine!- Ma mia nonna all'epoca era anziana ed era giusta la sua preoccupazione, era accettabile un tale pregiudizio di una donna nata agli inizi del 900. Tutti questi meravigliosi ricordi li tengo custoditi gelosamente in uno scrigno vecchio ed ingiallito dal tempo e ne sento la nostalgia. La sento ogni giorno di più. A rendere questa nostalgia quasi un coltello infilato in un fianco innanzitutto alcuni eventi, dolorosi e spiacevoli che mi hanno lasciato il segno in questi ultimi dieci anni. A rendere la nostalgia insopportabile però c'è altro. C'è la oramai consolidata consapevolezza che Somma è innanzitutto uno dei tanti paesi di provincia, dove anche le pietre hanno occhi ed orecchie e soprattutto una lingua. La stessa lingua maligna e biforcuta di cui è dotato il Sommese o meglio la maggior parte dei Sommesi. Pronto a sparlare di fatti che non gli riguardano in realtà, ma che sembra debbano essere messi in piazza, resi pubblici, spifferati ed anche urlati. Spesso dietro ad una lingua tagliente si nascondono uomini e donne che nella stessa misura ed in egual modo peccano, ma non importa, conta solo nascondere le proprie imperfezioni e rendere note quelle degli altri. "Sai quella li ha un amante o forse due. Conosci l'avvocato? Sapessi cosa ho scoperto o cosa si dice di lui. Ed è così che quella donna diventa una puttana e quell'uomo un disonesto. Di bocca in bocca, di bar in bar, di rione in rione. Spesso l'inciucio parte da gente frustrata, infelice ed invidiosa. Spesso nasce proprio dalla lingua di chi sa benissimo cosa è l' infedeltà perché lui o lei per primi tradiscono o mentono, ma questo non ha importanza, conta che la gente li creda persone per bene. La brava madre di famiglia. Il fidanzato esemplare. Il politico integerrimo. Questa è Somma, ed è proprio inutile nascondersi, mascherarsi, illudere ed illudersi. Prima o poi il pettegolezzo ritorna, come un boomerang, inutile sperare di restarne fuori, ci sarà sempre uno come voi pronto a sparlare anche di voi, c'è solo da rassegnarsi e da imparare a tacere. Tacendo si feriscono meno le persone e soprattutto si evita di rischiare di divenire il bersaglio delle proprie ingiurie.

2 commenti:

  1. Un di' ,c'era la pettinatrice(a capera)che di casa in casa propalava le notizie.Sono cambiati i tempi ma non l'oggetto delle "dicerie":Quello che oggi emerge e' l'impoverimento dei sentimenti, Quando ci sono e con chi ,essi suscitano ,comunque,l'invidia:

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  2. Tutto il mondo è paese! Se tu fossi di Samarate le cose credi che sarebbero diverse?
    Vox populi, vox dei!

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