giovedì 7 maggio 2015

La comitiva di commercialisti e la voglia di festa

Dopo una giornata di lavoro decidi di andare a fare due chiacchiere al tuo bar, quello che ormai è diventato la tua seconda casa e ti imbatti in una comitiva di commercialisti in vena di far festa. Tu stai per prenderti un caffè ed invece il caffè lo devi posare. "Brinda" ti dice un ragazzo che conosci da una vita, e ti piazza un flûte in mano, "chiama le tue amiche, stasera si festeggia". E dopo qualche minuto sei lì a festeggiare con loro il brillante risultato conseguito da un loro amico, e bevi, uno, due, tre bicchieri di "Veuve Clicquot". Parli, ti racconti, ti chiedono che fai e poi ti accorgi di come una serata che sembrava banale si trasforma in una mezza festa, loro si mettono a ballare, fanno battute rubate a "Made in Sud" "Assassina! Esigente! Ti piacciono i superpoteri!!!" ecco materializzarsi i tormentoni di #Pigroman.... uno di loro si sofferma sul colore rosso del mio rossetto, mi chiede se è "indelebile"... ma non ci bado troppo, io agli uomini bado sempre poco....mentre si scherza sugli impegni lavorativi che hanno l'indomani e che dovranno affrontare dopo aver "bevuto".... sentiamo una vocina dire: "Mi sono bagnata", è la più giovane della comitiva, e gli altri le fanno eco ridacchiando sul come e sul quando....da lì altre battute e io penso che forse ci scriverò un racconto su "Passioni Vesuviane" e loro...."no non farlo, che vergogna". E perchè vergogna? Del resto abbiamo soltanto scherzato e ci è uscito un invito per una prossima festa, vera però con tanto di karaoke. "Porta chi vuoi", mi dice il mio amico andando via ed io penso che ci andrò, conoscere gente nuova fa sempre bene. E mi allontano sorridente pronta a tornare a casa, quando dietro l'angolo lo incontro:sta lì fermo ed io gli passo accanto indifferente. Che bella cosa l'indifferenza, ma vale soltanto se l'altro se ne accorge. Se ne sarà accorto? Intanto per la prima volta vederlo non mi ha fatto venire voglia di fermarmi, di salutarlo, di sorridergli. Bene, brava ragazza continua così.

mercoledì 6 maggio 2015

Un figlio, i dubbi, l'aborto?

Era stato deciso tutto. C’era troppa differenza d’età e non le era sembrato il caso tenerlo. Non c’era più molta voglia di pannolini e notti insonni. Chiara aveva quarant’anni e di figli ne aveva cresciuti già tre; tutto andava bene per quel che poteva, anche quando i soldi erano pochi e quello che all’inizio sembrava l’amore della sua vita si era rivelato il più grosso degli errori. L’appuntamento era stato fissato proprio per quella mattina, ma Chiara non aveva dormito. Fuori diluviava e Chiara non aveva voglia di alzarsi. I pensieri si affollavano nella mente e all’alba di quel giorno non era più tanto sicura di volersi liberare di quel fagiolino che le cresceva nella pancia. Riccardo non era rientrato per l’ennesima notte, ma tanto lei non ci faceva più caso: ormai lui poteva quello che voleva! Ricordava le parole di sua nonna, l’unica alla quale non aveva potuto nascondere niente. Erano impresse le parole che la buona nonna le aveva ripetuto tante volte, anche quel mattino quando casa sua profumava di fiori d’arancio. “Chiara non avrebbe dovuto sposarsi forse” si ripeteva spesso guardandosi allo specchio. Ma, immediatamente ricordava Francesco, Mario e Roberto, e tutto si colorava di giallo, di verde, di blu … In fretta, si alzò dal letto e corse alla finestra. Le pareva di non riconoscere più né il campanile né il parco … Fuori era diventato tutto grigio e la pioggia batteva contro i vetri. Ripensava spesso alle parole di sua nonna, l’unica che forse le aveva consigliato col cuore. Riccardo non era cattivo, e anzi, forse a modo suo le voleva bene. Ma, lei aveva bisogno di qualcuno che la facesse sentire importante, che la sostenesse, e semplicemente la amasse. E, Riccardo aveva i suoi interessi, il suo lavoro e le partite a carte con gli amici. Certo, amava bere, qualche fumata di marijuana, ma non era mai venuto meno ai suoi obblighi, tra la spesa e le bollette. A Chiara bastava questo e mai per una volta aveva, infondo, pensato di lasciarlo. Qualcuna delle sue amiche non condivideva quella situazione ma lei stava tutto bene così. Aveva perso l’abitudine dei caffè o degli aperitivi al bar e aveva lasciato stare i pomeriggi per lo shopping. Chiara aveva trovato altri impegni, tra la scuola e gli sport dei ragazzi. Aveva tagliato anche la sua coda bionda e aveva scelto un taglio più pratico. Tra un pensiero e l’altro, Chiara aveva dimenticato che l’appuntamento era stato fissato per le 10,00, da quella segretaria con gli occhi cattivi. Così, svegliò i ragazzi e preparò la colazione. D’un tratto il suono del campanello le ricordò che doveva far presto se voleva trovarsi per quell’ora dall’altro capo della città. Silvia era immobile sul pianerottolo e si offrì di portare lei i ragazzi a scuola. Chiara capì che dopo i pensieri, qualcosa era cambiato: non era più tanto sicura di abortire e aveva pensato che sarebbe potuta essere una femmina. Una splendida bambina bionda alla quale avrebbe potuto insegnare cose che lei aveva cercato di tenere nascoste, nella mente e nel cuore. Avrebbe potuto riordinarle i capelli i capelli e insegnarle a pattinare. E, così scelse di non andare. Avrebbe trovato le parole giuste per parlare con Riccardo, che nella sua immaturità si sarebbe fatto peso anche di un altro figlio. Che sarebbe stata una bambina, alla quale forse Chiara, un giorno, avrebbe raccontato di un mattino di pioggia.

lunedì 4 maggio 2015

Storia di un gigolò

Gianni era un ragazzo felice, viveva in provincia e i genitori avevano un negozio di scarpe. Non era nato con la camicia e non sapeva ancora di avere un dono che gli avrebbe cambiato la vita e avrebbe reso felice molte donne. Ci mise poco a capire tutto, in un giorno qualunque, quando nel negozio si trovò da solo ed entrò una signora ben vestita e di ottimo aspetto. Tra un cambio di scarpe e l'altro non si fece scappare il messaggio della donna che muovendo con furbizia le gambe lo fece cadere nella sua ragnatela. Si diedero un appuntamento alle 9 della stessa sera e la donna fece scivolare il suo indirizzo scritto a mano e su di un fogliettino, tra le banconote usate per pagare. La sera, puntuale, Gianni con entusiasmo si presentò a casa di Vanessa. La donna non gli diede nemmeno il tempo di entrare che gli saltò addosso e fecero l'amore per tutta la notte. Gianni non si stancava mai di assecondare le voglie di quella donna che sembrava impossessata dal piacere. Si contorceva tra le lenzuola e urlava dal piacere. Aveva un sapore buono e profumava di sesso. Per Gianni era la prima volta con una donna adulta, infondo lui aveva solo vent’anni e lei chissà quanti, ma non era importante. Il mattino seguente la donna era stupefatta e non credeva che quel ragazzo fosse stato capace di tanto, come mai nessuno prima di allora. Gli aveva regalato una notte di orgasmi continui e quando Vanessa lo salutò per andare a lavoro gli disse: “Tesoro tu hai un dono!" E lo guardò in basso...."puoi fare quello che vuoi con il tuo cxxx, usalo". Gianni tornò a casa all’alba e dopo qualche rimprovero fece colazione con la mamma. Non poteva non pensare alle parole di Vanessa. La madre, intanto, osservandolo gli chiese chi era la donna con cui aveva dormito e aveva fatto felice con il suo dono. Gianni meravigliato si alzò, uscì di casa e andò incontro alla sua sorte, al suo nuovo giorno….....